Approfondimenti

Lo Yoga Nidra


Lo yoga nidra ha gli stessi benefici delle pratiche di meditazione, con il vantaggio che può essere eseguita anche da chi non ha esperienza con le tecniche meditative.


Quando pensiamo troppo, o non pensiamo affatto, accumuliamo tensioni.
Quando lavoriamo troppo, o quando non lavoriamo per niente, accumuliamo tensioni.
Quando dormiamo troppo, o non dormiamo affatto, accumuliamo tensioni.
Queste tensioni si ammassano nei diversi strati della personalità.
Sappiamo che se la mente è tesa anche lo stomaco sarà teso e se lo stomaco è teso tutto il sistema circolatorio sarà a sua volta teso.
Si crea un circolo vizioso dove le tensioni si accumulano nei sistemi muscolari, emozionali e mentali



Queste sono le parole di Swami Satyananda Saraswati, il maestro contemporaneo che ha dato origine a questa potentissima tecnica dello yoga.

Queste sono le parole di Swami Satyananda Saraswati, il maestro contemporaneo che ha dato origine a questa potentissima tecnica dello yoga.

Nel libro Yoga nidra, il testo più importante per iniziare lo studio di questa pratica, egli descrive come, durante lo stato che precede il sonno, la mente diventa particolarmente ricettiva; compiendo un percorso guidato, attraverso una serie di fattori, è possibile raggiungere questo stato.

Lo yoga nidra ha gli stessi benefici delle pratiche di meditazione, con il vantaggio che può essere eseguita anche da chi non ha esperienza con le tecniche meditative.

La parola nidra deriva dal sanscrito, e significa sonno, ma il termine non significa il sonno come viene inteso comunemente; infatti, il concetto qui si riferisce ad una condizione mentale, dove non si perde la coscienza del tutto come quado siamo nel sonno profondo.

Per poter meglio comprendere questo stato, si potrebbe immaginare la condizione che viviamo proprio prima di addormentarci. Lo yoga nidra è, in effetti, la tecnica che incide sull’allungamento di quello stato. Tale stato viene definito da vari gruppi di ricerca come stato ipnagogico, oppure come ‘l’abbandono creativo’ o ancora come ‘la risposta al rilassamento’. Dal punto di vista fisiologico, in questo stato si verificano la variazione della frequenza e dei ritmi del cervello, un rallentamento del ritmo cardiaco, e della pressione sanguigna, alcune modificazioni dei livelli di ormoni dello stress, fra cui l’adrenalina ed il cortisolo, nonché una di munizione dell’attività del sistema nervoso simpatico con eventuale aumento di quelle del sistema parasimpatico.

Secondo gli studi descritti dall’autore, attraverso la tecnica dello yoga nidra si può indurre questo particolare stato di sonno, in cui il corpo e la mente sono in grado di rilassare le tensioni e favorire alcuni aspetti cerebrali, come la creatività, la diminuzione dello stress e l’aumento del rilassamento.

Potremmo includere lo yoga nidra nelle tecniche di pratyahara, ovvero di ritiro dei sensi. In effetti, l’unico senso a restare in parte attivo è quello dell’udito; in yoga nidra isoliamo i sensi ed il cervello e diventiamo introversi, mantenendo un certo grado di consapevolezza esteriore ascoltando e seguendo le istruzioni della guida.

Come sappiamo, la maggior parte delle tecniche di yoga mira ad equilibrare il prana o energia vitale, per purificarlo e per controllarlo, con l’obiettivo di migliorarne il flusso attraverso i canali energetici (asana, pranayama) e di dirigerlo verso canali superiori di coscienza (parnayama, pratyahara, dharana, dhyana).

In questa tecnica, invece, potremmo dire che si prova ad incidere sulle onde cerebrali, ovvero su quegli impulsi elettrici emanati dal cervello nelle fasi fra la veglia, il sonno ed il sonno profondo.

 

L’attività elettrica cerebrale viene misurata con l’elettroencefalogramma (EEG) e viene classificata in diverse tipologie di onde, che definiamo come segue.

Le onde Alpha sono associate al rilassamento e alla ricettività; rappresentano, in sostanza, il ponte fra la mente conscia e quella inconscia e corrispondono a uno stato mentale calmo e tranquillo. Quando entriamo in una fase di riflessione o quando proviamo a meditare, spesso entriamo in uno stato alpha. Le onde alpha sono caratterizzate dalla introspezione e possono dar luce ad intuizioni, a creatività, ad ispirazione o a sogni ad occhi aperti caratterizzano le onde.
Le onde betha rappresentano la capacità di elaborare coscientemente i pensieri. Nella vita quotidiana le onde betha sono quelle che corrispondono ad uno stato mentale vigile e attivo e che caratterizzano tutte le nostre attività da svegli.
Le onde thetha rappresentano la creatività inconscia e la connessione spirituale. Quando rivolgiamo l’attenzione principalmente al Sé interiore, entriamo in uno stato dove essere dominano. Per riuscire a mantenere questo stato di coscienza, dobbiamo mantenere il corpo immobile. Solo in questo modo la mente non è distratta dalle percezioni sensoriali. Le onde cerebrali dette theta contribuiscono ad una profonda pace interiore, alla creazione di una qualità migliore della vita e possono portare alla guarigione fisica ed emozionale.
Le onde deltha caratterizzano il sonno profondo, al suo livello più profondo. In questo stato il corpo può concentrarsi sulla guarigione e la mente può davvero espandersi. Il testo riporta esempi di mappatura dell’attività del cervello durante – in persone che stavano praticando yoga nidra – questa fase con risultati davvero sorprendenti. L’obiettivo degli esperimenti era quello di dimostrare come, attraverso la pratica dello yoga nidra, fosse possibile indurre uno stato di sonno consapevole e non incosciente. È in questo stato di ‘sonno cosciente’ che la mente è in grado di rilassarsi profondamente e di rilasciare le tensioni. Durante la pratica di yoga nidra, il percorso che si compie fra uno stadio e l’altro è favorito da una sequenza di visualizzazioni, ognuna delle quali ha un suo scopo specifico. La visualizzazione è un procedimento privo di sforzo. Anche per questa ragione, si sottolinea che la tecnica dello yoga nidra non è una tecnica di concentrazione, ma una tecnica di rilassamento che può portarci al ritiro consapevole dei sensi e persino al samadhi. Secondo la psicologia moderna noi abbiamo tre stati che si distinguono in conscio, subconscio ed inconscio; essi corrispondono ai cinque corpi o dimensioni descritte dalla filosofia yoga e vedanta. I cinque corpi rappresentano i livelli di consapevolezza che possiamo esplorare. 1) il corpo grossolano o corpo fisico, collegato al cibo e chiamato annamaya-kosha; 2) il corpo pranico che riguarda la consapevolezza delle funzioni fisiologiche e chiamato prnanamaya-kosha; 3) il corpo mentale che riguarda la consapevolezza dei processi mentali ed è detto manomaya-kosha; 4) il corpo astrale relativo alla consapevolezza della e dimensione psichica e causale ed è detto vigyanamaya-kosha; 5) il corpo della beatitudine o della consapevolezza omogena ed universale, detto anandamaya-kosa. I primi due corpi corrispondono allo stato conscio, il terzo ed il quarto alla mente sub-conscia ed il quinto all’inconscio.

L’attività elettrica cerebrale viene misurata con l’elettroencefalogramma (EEG) e viene classificata in diverse tipologie di onde, che definiamo come segue.

Le onde Alpha sono associate al rilassamento e alla ricettività; rappresentano, in sostanza, il ponte fra la mente conscia e quella inconscia e corrispondono a uno stato mentale calmo e tranquillo. Quando entriamo in una fase di riflessione o quando proviamo a meditare, spesso entriamo in uno stato alpha. Le onde alpha sono caratterizzate dalla introspezione e possono dar luce ad intuizioni, a creatività, ad ispirazione o a sogni ad occhi aperti caratterizzano le onde.
Le onde betha rappresentano la capacità di elaborare coscientemente i pensieri. Nella vita quotidiana le onde betha sono quelle che corrispondono ad uno stato mentale vigile e attivo e che caratterizzano tutte le nostre attività da svegli.
Le onde thetha rappresentano la creatività inconscia e la connessione spirituale. Quando rivolgiamo l’attenzione principalmente al Sé interiore, entriamo in uno stato dove essere dominano. Per riuscire a mantenere questo stato di coscienza, dobbiamo mantenere il corpo immobile. Solo in questo modo la mente non è distratta dalle percezioni sensoriali. Le onde cerebrali dette theta contribuiscono ad una profonda pace interiore, alla creazione di una qualità migliore della vita e possono portare alla guarigione fisica ed emozionale.
Le onde deltha caratterizzano il sonno profondo, al suo livello più profondo. In questo stato il corpo può concentrarsi sulla guarigione e la mente può davvero espandersi. Il testo riporta esempi di mappatura dell’attività del cervello durante – in persone che stavano praticando yoga nidra – questa fase con risultati davvero sorprendenti. L’obiettivo degli esperimenti era quello di dimostrare come, attraverso la pratica dello yoga nidra, fosse possibile indurre uno stato di sonno consapevole e non incosciente. È in questo stato di ‘sonno cosciente’ che la mente è in grado di rilassarsi profondamente e di rilasciare le tensioni. Durante la pratica di yoga nidra, il percorso che si compie fra uno stadio e l’altro è favorito da una sequenza di visualizzazioni, ognuna delle quali ha un suo scopo specifico. La visualizzazione è un procedimento privo di sforzo. Anche per questa ragione, si sottolinea che la tecnica dello yoga nidra non è una tecnica di concentrazione, ma una tecnica di rilassamento che può portarci al ritiro consapevole dei sensi e persino al samadhi. Secondo la psicologia moderna noi abbiamo tre stati che si distinguono in conscio, subconscio ed inconscio; essi corrispondono ai cinque corpi o dimensioni descritte dalla filosofia yoga e vedanta. I cinque corpi rappresentano i livelli di consapevolezza che possiamo esplorare. 1) il corpo grossolano o corpo fisico, collegato al cibo e chiamato annamaya-kosha; 2) il corpo pranico che riguarda la consapevolezza delle funzioni fisiologiche e chiamato prnanamaya-kosha; 3) il corpo mentale che riguarda la consapevolezza dei processi mentali ed è detto manomaya-kosha; 4) il corpo astrale relativo alla consapevolezza della e dimensione psichica e causale ed è detto vigyanamaya-kosha; 5) il corpo della beatitudine o della consapevolezza omogena ed universale, detto anandamaya-kosa. I primi due corpi corrispondono allo stato conscio, il terzo ed il quarto alla mente sub-conscia ed il quinto all’inconscio.

Lo Yoga Nidra



Lo yoga nidra può essere uno strumento per incrementare le capacità di apprendimento. L’autore riporta diversi esempi di studi che hanno utilizzato e che utilizzano tale tecnica per accrescere la funzione della memoria e per aprirsi a forme di apprendimento senza sforzo.

Yoga nidra è la risposta più adeguata allo stress. Come si è già detto all’inizio di questa tesi, attraverso questa pratica siamo in grado di neutralizzare lo stress lavorando sul rilassamento delle tensioni accumulate nel nostro corpo; lo stato di yoga nidra, infatti, procura una diminuzione dell’attività simpatica e quindi eccitante del sistema nervoso ed un aumento dell’attività parasimpatica e quindi rilassante dieso.

Invero, l’obiettivo ultimo è quello dell’autorealizzazione anche attraverso lo yoga nidra attraverso la capacità di saper gestire le preoccupazioni e di poter vivere il processo che esse suscitano in anticipo, aumentando la predisposizione al problem solving.

La tecnica di yoga nidra ha una vasta applicazione nel trattamento di quasi ogni sorta di malattia e promette di avere un ruolo sempre più importante nel futuro, quando il suo potenziale sarà riassociato da medici, psicologi e guaritori unanimemente.

Intanto, abbiamo visto attraverso diversi casi riportati dal testo che esso viene già utilizzato nel trattamento di disturbi psicologici , dell’insonnia, della dipendenza da farmaci, da alcool o da droghe, per le malattie croniche come forma di sollievo parziale per diminuire la necessità di analgesici, per tutte le forme di trattamento del dolore in abbinamento o meno con la meditazione, per la gestione della gravidanza e per la medicina geriatrica.; viene anche impiegato per l’asma, per gastriti e coliti ed è stato introdotto in alcune terapie coadiuvanti per il cancro e per le malattie cardiovascolari.

 

La pratica dello yoga nidra



segue uno scopo sistematico e si compone di uno schema preciso da seguire. Una sequenza completa che si basa sul metodo tradizionale prevede queste fasi:

Preparazione

Prima di fare yoga nidra, praticare qualche asana di riscaldamento per fare in modo di preparare i muscoli del corpo a rimanere fermi per lungo tempo.

Rilassamento

In questa fase ci si sdraia in shavasana e si inizia a portare l’attenzione verso l’interno.

Risoluzione (sankalpa)

 

Il sankapla, tradotto di frequente con la parola risoluzione, è il seme del cambiamento e andrebbe scelto con molta cura.

Durante la fase di rilassamento profondo, la mente è particolarmente ricettiva, potrebbe essere paragonata ad un terreno fertile sul quale abbiamo la possibilità di piantare il seme del cambiamento.

Il sankalpa è una frase ovvero un proposito positivo che si ripete mentalmente per tre volte, all’inizio della pratica, quando iniziano a manifestarsi le onde alpha e la mente inizia a diventare più recettiva, e per altre tre volte alla fine, quando il rilassamento profondo si manifesta attraverso le onde beta e thetha.

Il Sankalpa deve essere ripetuto con decisione e rappresenta qualcosa che ha a che fare con la nostra crescita personale, anche se in alcuni casi è utilizzato anche per guarire da uno stato di malattia.

É proprio attraverso questo seme, o questo proposito, che possiamo riformare la nostra personalità e la direzione della nostra vita.

Rotazione della coscienza

È una tecnica che induce al rilassamento fisico facendo muovere la consapevolezza lungo le diverse parti del corpo. Durante questa pratica bisognerebbe ascoltare la voce guida rimanendo consapevoli e spostando la coscienza tra le diverse parti del corpo.

Consapevolezza del respiro

In questa fase si continua a rilassare le tensioni fisiche semplicemente continuando a mantenere l’attenzione al respiro.

Risveglio di sensazioni opposte

È una tecnica che serve per armonizzare i due emisferi opposti del cervello ed aiuta ad equilibrare i nostri stimoli basilari per arrivare a controllare quelle funzioni che normalmente sono inconsce.

Questa tecnica consente, altresì, di rilassare le tensioni emozionali.

Visualizzazioni

Esso rappresenta l’ultima fase della pratica di yoga nidra e serve per indurre il rilassamento mentale.

In questa fase al praticante viene richiesto di visualizzare alcune immagini.

La pratica della visualizzazione produce consapevolezza del sé e porta ad uno stato di concentrazione e/o meditazione.